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Prima di Dreiser e Faulkner c'è stato William Dean Howells, «il primo cronista della modernità americana», come lo definì Alfred Kazin. Pregno della fascinazione per Emerson e Thoreau e ampiamente ispirato alla sua autobiografia, "Il mio anno in una capanna" racconta il 1850, anno in cui suo padre decise di abbandonare la città per fondare una comunità utopistica che si sarebbe sostentata producendo carta da un antico mulino. Questa esperienza si impresse profondamente nell'autore allora tredicenne - da adulto confidò a Henry James di averci pensato per cinquant'anni - e costituisce un documento prezioso sulle atmosfere da cui la moderna letteratura americana ha mosso i primi passi.